Gli “intramontabili” da leggere sotto l’ombrellone – GLI ARANCINI DI MONTALBANO

Gli arancini di Montalbano è stato il primo libro che ho letto, ormai molti anni fa, di Andrea Camilleri. Un’amica mi consigliò di leggere questa raccolta di 20 brevi racconti sulle avventure del commissario Montalbano, ambientate nell’immaginaria città siciliana di Vigata, e mi prestò il libro.

Beh, che dire…mi appassionai talmente tanto al personaggio di Salvo Montalbano che non solo comprai Gli arancini, ma tutti i romanzi pubblicati da Camilleri fino a quel momento.

Nel corso degli anni ho riempito la mia biblioteca e ho visto tutte le trasposizioni televisive del Commissario Montalbano, sia nella magistrale interpretazione di Luca Zingaretti, sia nella versione del giovane Montalbano di Michele Riondino.

Montalbano, per il cui nome Camilleri si ispirò allo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán, ideatore del famoso investigatore Pepe Carvalho, come quest’ultimo ama la buona cucina e i libri, ha modi piuttosto sbrigativi e non convenzionali nel risolvere i casi e una storia d’amore – a distanza – abbastanza controversa e complicata.

Ma ciò che mi ha subito colpito nei racconti è stata la minuziosa descrizione non solo dei luoghi, ma anche delle persone: Camilleri ha un modo di scrivere che riesce a farti immedesimare nei personaggi, ti cala in quella realtà al punto da non riuscire a lasciare il libro prima di aver finito di leggere il racconto.
Inoltre è fantastica la capacità che Camilleri ha di unire il giallo al costume siciliano, senza mai dimenticare quell’umorismo che mi ricorda tanto Pirandello.

A volte ritornano…

Non sto qui a scrivere le ragioni che mi hanno tenuta lontana dallo scrivere…ma non di certo dal leggere!

Ho deciso di riprendere il percorso iniziato diversi anni fa, un po’ per gioco e un po’ per riempire le giornate.

In questi anni i miei interessi si sono allargati e il mio bagaglio di esperienze si è arricchito di importanti novità…a presto per nuove recensioni!

Ragione e sentimento

Ragione e sentimentoClassico della letteratura inglese, Ragione e sentimento è un romanzo della scrittrice Jane Austen.

Pubblicato una prima volta in forma epistolare dall’autrice, appena diciannovenne, con il titolo Elinor and Marianne il romanzo, con il titolo definitivo, fu pubblicato poi in forma anonima nel 1811.

Il successo di quest’opera è tale da aver ispirato, nel corso degli anni, numerose trasposizioni cinematografiche.

La storia è quella delle due sorelle Dashwood, Elinor e Marianne, che impersonano, rispettivamente, quella “ragione” e quel “sentimento” che danno il titolo al romanzo.

Alla morte del padre le due giovani, insieme alla madre e ad una terza sorella, Margaret, vengono a trovarsi in una situazione economica particolarmente difficile. Norland, la tenuta nella quale vivono, viene infatti ereditata da John Dashwood, figlio nato dal primo matrimonio del padre. Nonostante questi avesse promesso al padre di occuparsi delle sorellastre e della matrigna, messo sotto pressione dalla giovane ed egoista moglie Fanny, non mantiene la parola data e, in breve tempo, le donne sono costrette a lasciare la casa nella quale hanno sempre vissuto. Continua a leggere Ragione e sentimento

I due volti di Nuova Delhi

copertina-I-due-volti-di-Nuova-DelhiScritto da Annarita TranficiI due volti di Nuova Delhi è un racconto breve e intenso, tratto da una storia vera, nel quale l’autrice affronta un tema particolarmente doloroso: la violenza sulle donne.

A Nuova Delhi è un giorno come molti altri e la bella Kajal, a causa dell’improvvisa febbre della sorella maggiore, viene incaricata dalla madre di andare al mercato. È lì che la giovane conosce Kiran, ed è tra le colorate bancarelle di quel mercato che sboccia il loro amore.

La loro è una storia d’amore pura, tenera e ingenua, fatta di

Mani che si sfiorano e baci casti incapaci di nascondersi da sguardi perfidi e pericolosi. Desideri pressanti nel petto, spie di sentimenti a cui non è concesso veder brillare la luce del sole.

Ma la favola di Kajal e Kiran, che riflette il “volto buono” dell’India vivace e giovane, verrà spezzata per sempre dalla brutalità e dalla ferocia dall’altro volto di Nuova Delhi, quel volto malato, perverso e amorale che non mostra nessuna pietà per la dolcezza di un amore puro e spensierato.

Un fiore puro esposto alle intemperie, facile preda della gelosia e dell’invidia di cuori malati.
Una storia la cui dolcezza si perde in un pomeriggio come tanti che svela i volti di una Nuova Delhi con due anime; un lembo di terra in cui la sacralità confina con la perversione, in cui moralità e amoralità si intrecciano lasciando all’anima che si muove in questo teatro, tanta amarezza e rassegnazione.

I due volti di Nuova Delhi è un racconto coinvolgente e delicato nel quale l’autrice, con estrema tenerezza e grande realismo ma senza mezzi termini, affronta un argomento crudele e soprattutto attuale. E lo fa non tralasciando nessun particolare, neanche il più crudo e perverso.

Consiglio fortemente di leggere questo breve racconto: porterà via poco, pochissimo tempo, ma sicuramente lascerà il segno.

La relazione

Causa matrimonio (il mio!) era un bel po’ di tempo che non scrivevo più articoli sul blog…

Nel frattempo però ho continuato a tenermi aggiornata sulle ultime novità letterarie, ho comprato e letto libri nuovi e vecchi ed ora eccomi qua, per parlare di uno scrittore per me unico e inimitabile:  Andrea Camilleri.

Il nome di Camilleri viene in genere associato al suo personaggio più famoso, il commissario Salvo Montalbano, reso celebre anche grazie alla magistrale interpretazione sul piccolo schermo di Luca Zingaretti. Ma allo scrittore siciliano si devono anche tanti altri romanzi e racconti che abbracciano generi diversi: dallo storico al  fantastico, dai romanzi di ispirazione pirandelliana ai più celebri gialli.

Ma ciò che accomuna tutta la produzione di Camilleri è il linguaggio che lo scrittore utilizza nella narrazione: una commistione di italiano e siciliano che rende i suoi romanzi ancora più avvincenti e che trasforma i suoi personaggi in uomini e donne reali, con una propria personalità e con caratteri ben definiti. Quando si legge un suo racconto difficilmente si riesce a lasciarlo prima di averlo portato a termine.

Il romanzo dila relazione cui voglio parlare è  La relazione, pubblicato lo scorso gennaio da Mondadori.

Protagonista del racconto, ambientato in un’afosa estate, è Mauro Assante, un ispettore dell’authority preposta al controllo dell’efficacia e all’efficienza delle banche italiane. Il compito assegnato all’uomo è quello di redigere una delicata relazione che potrebbe portare al commissariamento di un istituto bancario.

Assante, sposato e con un figlio piccolo, è un uomo calmo, razionale, e dal carattere integerrimo, che sa fare il suo lavoro e sa farlo anche bene. Proprio grazie alla sua abilità e al fatto che ha sempre lavorato con scrupolo estremo si è guadagnato incarichi sempre più importanti. Ma nella sua vita sta per accadere qualcosa di imprevedibile, qualcosa che andrà a minare la sua stabilità emotiva e che lo porterà a un punto di non ritorno.

Rimasto solo in città proprio per portare a termine questa delicata relazione sulla banca Santamaria, Mauro diventa il bersaglio di una serie di apparenti “equivoci”: prima riceve la visita di una donna meravigliosa che evidentemente ha sbagliato indirizzo; poi arriva una strana telefonata da parte di una casa editrice che dovrebbe consegnare una enciclopedia ordinata da sua moglie per il figlio, cosa che però la donna dichiara di non aver mai fatto. E ancora: dimentica la porta di casa spalancata, è convinto di essere seguito da uno strano tipo su un motorino, viene accusato di aver rubato il portafogli ad un uomo sull’autobus, non trova più la macchina al solito garage e se la ritrova parcheggiata sotto casa. Tutti questi eventi scombussolano la mente razionale di Mauro, che comincia a pensare a un complotto organizzato per minare la sua stabilità emotiva e renderlo inabile a portare avanti la sua importantissima relazione.

Ad accrescere i suoi sospetti ci pensa poi la giovane Carla, la donna che all’inizio del racconto si era presentata “per sbaglio” alla sua porta. Alla “relazione burocratica” si affiancherà infatti una “relazione sentimentale”, relazione nella quale Carla occuperà un ruolo predominante. Sarà proprio lei a suggerire a Mauro cosa fare per cercare la verità, gli suggerirà ogni mossa e lo guiderà verso la distruzione.

Consiglio di leggere La relazione (ma anche ogni altro 2015-07-10 17.02.42libro di Camilleri), perché è un romanzo avvincente, che si legge tutto d’un fiato; è un romanzo nel quale, in un crescendo hitchcockiano di indizi, ombre e piccole crepe nella vita quotidiana, la tensione cresce sempre più facendo intrecciare verità e apparenza, giustizia e torto, onestà e corruzione.

The Help

The Help image_book Perché ho deciso di leggere questo libro? Mi è capitato, per caso, di vedere il film che ne è stato tratto e, pur non essendo una fan delle trasposizioni cinematografiche, mi sono appassionata alla storia e, alla prima occasione ho comprato il libro. Ma alla mia scelta hanno contribuito anche la grande passione per la lettura e il desiderio di scoprire se e quali differenze ci fossero tra libro e film. Alla fine sono rimasta abbastanza soddisfatta anche se, come sempre, il romanzo ha una marcia in più.

Ambientato nel profondo Sud degli Stati Uniti, nella cittadina di Jackson, nel Mississippi, nella prima metà degli anni ’60, i temi centrali in The Help sono il razzismo e la segregazione.

La giovane Eugenia Phelan, per tutti Skeeter, torna dalla sua famiglia a Jackson. Skeeter ha vissuto lontana da casa, si è laureata, e non è proprio la tipica ragazza del sud. Infatti mentre tutte le sue vecchie amiche si sono sposate, hanno avuto dei figli e passano le giornate a giocare a carte e a dare ordini alle loro domestiche, il suo sogno è quello di diventare scrittrice. Si accontenta quindi di lavorare in un giornale locale, aspettando la grande occasione che possa cambiare la sua vita.

Intanto Skeeter si guarda intorno e non può fare a meno di constatare quanto sia assurda la situazione a Jackson. In ogni famiglia, compresa la sua, c’è almeno una domestica, ma ciò che per la giovane è davvero inconcepibile è il trattamento che viene loro riservato. Nonostante infatti queste donne siano il vero pilastro di ogni casa sono costrette a subire pesanti umiliazioni come non poter usare lo stesso bagno dei padroni e mangiare in stoviglie personali da tenere assolutamente lontane da quelle utilizzate dai loro signori. Anche i modi con i quali le sue amiche e le altre signore si rivolgono a loro sono pieni di odio e di disprezzo. Ma Skeeter è diversa anche in questo. Lei è gentile, chiacchiera con loro ed è molto legata alla domestica che l’ha cresciuta, Constantine, che però, al suo ritorno a Jackson, sembra svanita nel nulla. In seguito all’uccisione di un giovane di colore e dopo l’allontanamento di una domestica accusata di furto Skeeter ha un’idea che potrebbe dare una svolta a questa triste situazione. Continua a leggere The Help

Il Decameron

Oggi voglio di parlare di un libro che ho letto tra i banchi di scuola, un libro che all’epoca ho tanto odiato ma che poi, con il passare del tempo e dopo averne approfondito numerosi aspetti per un esame universitario, ho imparato a conoscere e apprezzare.

È un classico della storia delle lingua e della letteratura italiana, un’opera molto lontana nel tempo rispetto ai libri di cui ho parlato fino ad ora. Si tratta del Decameron di Giovanni Boccaccio.

Vorrei partire prima di tutto dall’autore per riprendere poi, per quanto riguarda la storia, un articolo che ho pubblicato un po’ di tempo fa in rete.

Giovanni Boccaccio, insieme a Dante e Petrarca, rappresenta le “Tre Corone”, ovvero gli scrittori fiorentini che, nell’ambito della cosiddetta “Questione della lingua”, vengono elevati da Pietro Bembo (nelle Prose della volgar lingua) a modelli per la successiva produzione letteraria. Mentre però Dante viene messo da parte per il suo forte plurilinguismo, Petrarca viene scelto come modello per la poesia e Boccaccio per la prosa.

E tra le opere in prosa del Boccaccio un posto d’onore spetta sicuramente al Decameron, una raccolta di cento novelle, distribuite in dieci giornate, composta tra il 1349 e il 1353, negli anni immediatamente successivi alla peste del 1348.

Decameron

Motivo centrale dell’opera è la peste. Per sottrarsi all’epidemia e al degrado morale che dilagano a Firenze, dieci giovani (sette donne e tre uomini), dopo un incontro casuale nella Chiesa di Santa Maria Novella, decidono di rifugiarsi per quattordici giorni in una villa fuori città.

I giovani protagonisti – Pampinea, Filomena, Elissa, Neifile, Emilia, Lauretta, Fiammetta, Panfilo, Filostrato e Dioneo – trascorreranno il loro tempo in campagna, tra giochi, danze ed escursioni, stabilendo regole precise. Ogni giorno l’allegra brigata eleggerà un re o una regina, che avrà il compito di stabilire quale sarà il tema portante della giornata, tema a cui dovrà essere ispirato ognuno dei racconti. Da questa cornice si origina il Decameron, definito dallo stesso Boccaccio come un grandioso quadro della vita, di tutta la vita, con le sue luci e le sue ombre.

Le cento novelle, a parte il tema comune della giornata, sono ognuna diversa dall’altra. Boccaccio infatti ha voluto che in quest’opera fosse rappresentata la vita quotidiana di quel determinato periodo storico, la grande varietà di tipi umani, con tutti gli atteggiamenti morali e psicologici, i vizi e le virtù.

Nella prima e nella nona giornata, rette rispettivamente da Pampinea ed Emilia, il tema è libero. Nella seconda giornata è Filomena a stabilire il tema, ovvero le avventure a lieto fine. Neifile decide che nella terza giornata si narri di chi una cosa a lungo desiderata ottiene o ritrova. Gli amori infelici sono il tema della quarta giornata, che ha come re Filostrato. Nella quinta giornata le novelle narrate ruotano intorno alla felicità raggiunta dagli amanti dopo avventure a casi straordinari, tema scelto da Fiammetta. Motti spiritosi o pronti che ti tolgono dai guai è l’argomento che Ellissa propone per la sesta giornata. Dioneo, per la settima giornata, decide che le novelle dovranno riguardare beffe fatte per amore o per paura dalle donne ai loro amantiBeffe di ogni genere animano l’ottava giornata della regina Lauretta. Nella decima e ultima giornata, con Panfilo re, si narra infine di chi, con cortesia e magnanimità, ha avuto avventure d’amore o di altro genere.

Per quanto riguarda invece il pubblico ideale, è lo stesso Boccaccio, nel proemio, ad affermare che il libro è dedicato a coloro che sono afflitti da “pene d’amore”, affinché ne traggano diletto e ne ricavino utili consigli. E’ chiaro quindi che lo scrittore si riferisce alle donne.

Tra le numerose trasposizioni cinematografiche vorrei infine ricordare quella del 1971 di Pier Paolo Pasolini, Il Decameron, ispirato all’opera boccaccesca. Nel film, che fa parte della cosiddetta Trilogia della vita (insieme a I racconti di Canterbury e Il fiore delle Mille e una notte), Pasolini riprende dieci tra le cento novelle raccontate nelle dieci giornate dal Boccaccio.

Il mio San Valentino letterario

Pur consapevole di cadere nella “banalità” voglio parlare anch’io di San Valentino…o meglio di alcune tra le citazioni letterarie più significative per la “festa degli innamorati”.

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All’amore sono stati dedicate pagine letterarie straordinarie: fin dall’antichità questo è stato senza dubbio uno dei temi più “gettonati” da poeti e scrittori, senza distinzione di genere letterario. Ci sono infatti frasi d’amore non solo nelle poesie, nei sonetti e nei romanzi rosa, ma anche in quelli storici, nella narrativa classica e moderna, nei gialli, nei noir… L’amore è stato trattato in ogni sua forma e sotto ogni suo aspetto, e non parlo solo dell’amore uomo-donna.

Ma ormai siamo nell’era di internet e dei social network, e basta digitare le parole “amore” e “libri” per visualizzare migliaia e migliaia di frasi su questo argomento. Ed è quello che ho fatto anch’io oggi. Tra i risultati, oltre alle tantissime pagine dedicate ad aforismi e citazioni, una su tutte ha attirato la mia curiosità: l’articolo sulle 10 citazioni letterarie romantiche tratte dai libri pubblicato sul social book magazine Libreriamo. Continua a leggere Il mio San Valentino letterario

Orgoglio e pregiudizio

Orgoglio-Pregiudizio-Jane-AustenOrgoglio e pregiudizio, di Jane Austen, è uno dei classici delle letteratura che più amo.

Pubblicato nel 1813, questo è forse il romanzo più conosciuto della scrittrice inglese.

La storia, ambientata alla fine del ‘700, si concentra sulle vicende della famiglia Bennet, composta dai signori Bennet e dalle loro cinque figlie, Jane, Elizabeth, Mary, Kitty e Lydia.

Il Signor Bennet, gentiluomo molto simpatico e impertinente, è particolarmente legato alla secondogenita Elizabeth, e giudica le figlie minori sciocche e civette.

La Signora Bennet è invece una donna molto frivola, sciocca e invadente. La sua unica preoccupazione sembra essere quella di cercare un ricco marito per le proprie figlie.

Jane, la primogenita, è una giovane molto ammirata per la sua bellezza e per la dolcezza del suo carattere. Proprio queste sue qualità non le permettono però di vedere i difetti degli altri.

Elizabeth, detta anche Lizzy, è la secondogenita della famiglia. Intelligente, ironica e brillante, è dotata di una buona dose di impertinenza ed ha sempre pronta una risposta, spesso tagliente, per le asserzioni degli altri.

Mary è invece la terza figlia dei signori Bennet. Bruttina e saccente, si interessa solo agli studi e alla musica.

Infine le più piccole, Kitty Lydia. Viziate e sconsiderate, il loro stesso padre le definisce come “le ragazze più sciocche e civette della città”.

La famiglia Bennet vive nella residenza di Longbourn, nell’Hertfordshire.  Qui la loro vita scorre tranquilla fino a quando un ricco scapolo, il signor Bingley, si trasferisce nella vicina proprietà di Netherfield. Insieme a lui ci sono le sue due sorelle, il cognato e il suo migliore amico, il signor Darcy. Per la signora Bennet questa è un’occasione da non perdere. La donna spera infatti che almeno una delle sue figlie possa fare un buon matrimonio. Le attenzioni di Bingley, che si rivela essere un gentiluomo cortese, socievole e simpatico, si concentrano subito sulla bella Jane, mentre il suo amico Darcy non perde occasione per mostrare tutto il suo disprezzo verso la gente del luogo. Il suo atteggiamento, orgoglioso e altezzoso, lo rende da subito antipatico alla signora Bennet, che esprime apertamente, mettendo anche in imbarazzo la propria famiglia, il suo disprezzo verso quell’uomo.

Intanto nelle vicina Meryton si stabilisce un reggimento che attira subito l’interessate delle piccole Bennet. Tra i soldati c’è anche l’affascinante signor Wickham, che pare attratto da Lizzy. Amico d’infanzia di Darcy, Wickham racconta alla giovane di come quell’uomo, che lei già disprezza, lo abbia mandato in rovina. Ma la giovane non sa che la storia è ben diversa.

Arriva a Longbourn un altro personaggio, il pastore anglicano William Collins, cugino del signor Bennet. Il suo arrivo provoca un certo scompiglio nella famiglia poiché l’uomo, non avendo avuto i Bennet un figlio maschio, sarà l’erede legittimo della tenuta. Proprio per questo la signora Bennet cerca di spingere Collins a sposare una delle sue figlie. La scelta dell’uomo cade su Lizzy, che però lo rifiuta per ben due volte. Il pastore troverà allora consolazione in Charlotte Lucas, migliore amica di Lizzy, che accetterà di diventare sua moglie solo per assicurarsi un futuro tranquillo.

orgoglio-e-pregiudizio-del-1995-matrimonio-finaleSono queste le premesse di un romanzo le cui vicende ruotano tutte intorno allo smisurato orgoglio di classe del signor Darcy e al pregiudizio di Lizzy nei suoi confronti. Ma quelli che sembrano essere, per i due protagonisti, degli ostacoli insormontabili, alla fine, dopo mille vicissitudine e tanti colpi di scena, saranno superati per dare al romanzo la sua degna conclusione.

Questo romanzo ha dato vita a diversi adattamenti cinematografici e televisivi. Quelli che mi sono piaciuti maggiormente sono senza dubbio il film del 2005 con Keira Knightley Matthew Mcfadyen e la miniserie televisiva della BBC del 1995 con protagonisti Jennifer Ehel e un giovanissimo Colin Firth. orgoglio e pregiudizio
Ma è quest’ultima la versione di Orgoglio e pregiudizio che preferisco in assoluto. I sei episodi ripercorrono, in maniera molto fedele all’originale, una storia piena di umorismo e vitalità; la ricostruzione storica dei luoghi e della vita sociale, a partire dai costumi e per arrivare alle musiche e alle danze, rispecchiano alla perfezione l’epoca in cui la storia si svolge.

La leggenda del morto contento

Ancora una volta Andrea Vitali, ancora una volta un suo racconto: La leggenda del morto contento.

Anche la cornice è sempre la stessa: Bellano, città natale dello scrittore e bellissima località che si affaccia sul lago di Como.

È il 23 luglio e dal molo di Bellano salpa uno scafo con a bordo due giovani in cerca d’avventura. Sembra la giornata ideale per una gita in barca, ma un uomo preoccupato osserva la scena. Si tratta del sarto Lepido, da sempre appassionato di metereologia che, vedendo all’orizzonte una nuvola a forma di cane, capisce che sta per alzarsi il vento. Il pover’uomo però non riesce a fermare i due e, dopo pochissimi minuti, assiste impotente alla tragedia: l’imbarcazione si rovescia e i giovani cadono in mare.

È questo l’evento centrale del romanzo di Vitali, un romanzo ricco di descrizioni particolareggiate, sia dei luoghi che dei personaggi; un romanzo pieno di ironia; un romanzo nel quale, alla fine, ogni tessera trova la giusta collocazione.

Se si scopre infatti che le due vittime appartengono ad altrettante famiglie “importanti”, allora bisogna inevitabilmente trovare un colpevole. Non può essere stata una tragedia: qualcuno dovrà pagare questa colpa. E chi altri potrebbe finire sulla gogna se non proprio il povero Lepido colpevole, secondo alcuni, di non aver fatto niente per fermare le imprudenti vittime?